Le Religioni in Italia
Massimo Introvigne – PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)
LA COMUNIONE ANGLICANA
Enrico VIII (1491-1547), re d’Inghilterra all’epoca della Riforma, si segnala come oppositore di Lutero e riceve dal Papa Leone X (1475-1521) il titolo di “difensore della fede”. Nel 1527, tuttavia, chiede al Papa Clemente VII (1478-1534) l’annullamento del suo matrimonio con Caterina d’Aragona (1485-1536) zia dell’imperatore di Spagna Carlo V (1500-1558, che Enrico aveva potuto sposare solo grazie a una dispensa papale, trattandosi della vedova di suo fratello). Complesse questioni politiche si intrecciano con questa vicenda matrimoniale, e si collegano al rifiuto del Papa di concedere quello che egli considera un divorzio. Nel 1531 la Camera dei Lord proclama Enrico “Capo supremo della Chiesa e del clero d’Inghilterra”. È lo scisma, consacrato dall’instaurazione del filo-luterano Thomas Cranmer (1489-1556) – che nel 1533 si affretterà ad annullare il matrimonio fra Enrico e Caterina – come arcivescovo di Canterbury. L’Atto di Supremazia del 1534, che fa seguito alla scomunica romana, consacra la nascita di una Chiesa nazionale.
Nonostante Cranmer, la Chiesa “anglicana” conserva numerose caratteristiche di tipo cattolico. Solo dopo la morte di Enrico VIII (1547) Cranmer – che perirà nel corso dell’effimera reazione cattolica di Maria Tudor (1516-1558) – farà approvare una nuova liturgia in lingua inglese (Prayer Book) nel 1549, più “protestante” in una seconda edizione del 1552. Sotto il regno di Elisabetta I (1533-1603, regina dal 1558) il Prayer Book è rivisto (1559) in senso meno anticattolico, ma i Quarantadue articoli di fede, che risalivano al 1553, diventano nel 1571 i Trentanove articoli, di orientamento più protestante, sebbene moderato. Fin dall’epoca di Elisabetta I la religione anglicana – che, come si è accennato, alcuni considerano un tertium genus fra cattolicesimo e protestantesimo – si presenta come compromesso fra elementi di provenienza cattolica (temperati da una avversione per Roma e per il Papato) e di provenienza protestante. A poco a poco le due tendenze si organizzano in correnti o partiti, detti “Chiesa alta” (più conservatrice e “cattolica”) e “Chiesa bassa” (più filo-protestante).
Tra il Settecento e l’Ottocento nell’ambito dei due partiti sorgono dapprima un movimento evangelical, legato ai diversi risvegli che caratterizzano le comunità del primo protestantesimo in tutto il mondo, e in seguito un movimento “trattariano” (da una serie di opuscoli dettiTracts for the time pubblicati a partire dal 1833), o “movimento di Oxford”, più decisamente filo-cattolico. Tra i dirigenti del “movimento di Oxford”, John Henry Newman (1801-1890), passa nel 1845 alla Chiesa cattolica (dove diventerà cardinale), mentre Edward Bouverie Pusey (1800-1882) organizza una influente corrente “anglo-cattolica” all’interno della Chiesa anglicana. Oggi le distinzioni fra “Chiesa alta” e “Chiesa bassa” sono meno rilevanti, e la Chiesa si è piuttosto divisa su questioni come l’ordinazione sacerdotale delle donne e il ruolo delle persone omosessuali.
La decisione del Sinodo della Chiesa anglicana di ammettere le donne al sacerdozio (11 novembre 1992) e le prime ordinazioni (12 marzo 1994) hanno creato problemi difficili al processo di riavvicinamento ecumenico fra anglicani e cattolici. Le donne erano peraltro già ammesse al sacerdozio in altre Chiese anglicane (a Hong Kong dal 1971, dopo una prima ordinazione contestata nel 1944, in Canada dal 1975, negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda dal 1976, in Australia e Sud Africa dal 1992). Guardano in effetti a Canterbury – il cui attuale arcivescovo e primate della Chiesa anglicana, dal 2013, è Justin Portal Welby, nato nel 1956 – come a una sorta di Chiesa madre quaranta Chiese nazionali autonome che formano la Comunione anglicana e si riuniscono a partire dal 1867 ogni dieci anni nelle Conferenze di Lambeth.
Al di fuori della Gran Bretagna, la più influente Chiesa anglicana è quella degli Stati Uniti che, dopo la Rivoluzione americana (che la mette in profonda crisi per il suo carattere “inglese”), si riorganizza nel 1783 con il nome di “Chiesa protestante episcopale” (dal 1967, semplicemente “Chiesa episcopale”). Anche negli Stati Uniti le questioni relative all’ordinazione delle donne e alla posizione degli omosessuali hanno determinato negli ultimi anni diversi scismi di carattere “tradizionalista”. I membri della Chiesa episcopale (“episcopaliani”) negli Stati Uniti sono due milioni e mezzo, e il numero appare negli ultimi anni decrescente. La comunità episcopaliana ha tuttavia un’importante presenza in settori chiave dell’economia, della politica e della cultura degli Stati Uniti.
Nel 2014, adottando i criteri statistici del Center for the Study of Global Christianity, i membri della Comunione anglicana nel mondo sono 92.268.000. Per quanto riguarda le cifre valgono comunque a proposito degli anglicani considerazioni di ordine generale che possono riferirsi a tutto il primo protestantesimo. Si tratta di una corrente ancora maggioritaria in molti paesi europei (non in Italia, dove tra i protestanti sono certamente più numerosi i pentecostali), ma ormai minoritaria negli Stati Uniti e su scala mondiale. Le “Chiese della Comunione anglicana nell’Europa Continentale” comprendono la Diocesi Anglicana in Europa (cioè la diocesi in Europa continentale della Chiesa d’Inghilterra), la Convocazione delle Chiese episcopali americane in Europa, la Chiesa Riformata Episcopale Spagnola, la Chiesa Cattolica Apostolica Evangelica Lusitana e le Chiese vetero-cattoliche dell’Unione di Utrecht che sono in comunione con il mondo anglicano. Si parla anche di “Chiese di Porvoo” (Porvoo Churches) con riferimento alle Chiese che hanno sottoscritto a Porvoo, in Finlandia, nel 1992 una dichiarazione di reciproco riconoscimento dei ministeri e dei sacramenti: da una parte le Chiese anglicane della Gran Bretagna (Chiesa d’Inghilterra, Chiesa d’Irlanda, Chiesa episcopale di Scozia, Chiesa in Galles), dall’altra sei Chiese luterane scandinave e baltiche (Chiese evangeliche luterane di Estonia, Finlandia, Islanda e Lituania; Chiesa di Norvegia, Chiesa di Svezia).
B.: Per un’introduzione in lingua italiana, cfr. Gianluigi Gugliermetto, Gli anglicani. Un profilo storico e teologico, Gabrielli Editori, San Pietro in Cariano (Verona) 2020. Sui problemi storiografici cfr. Stephen Sykes – John Booty (a cura di), The Study of Anglicanism, SPCK, Londra e Fortress Press, Philadelphia, 1988; e Miranda K. Hassett, Anglican Communion in Crisis. How Episcopal Dissidents and Their African Allies Are Reshaping Anglicanism, Princeton University Press, Princeton – Oxford 2007. In genere: Cesare Alzati (a cura di), L’anglicanesimo, Marietti, Genova 1992; e Michele Cassese, Holy Communion. La Santa Cena anglicana (1662), Marietti, Genova 1996. Sul problema dell’ordinazione delle donne: The Ordination of Women to the Priesthood. The Synod Debate, 11 November 1992. The Verbatim Record, Church House Publishing, Londra 1992. Sulla Chiesa episcopaliana in America: David L. Holmes, A Brief History of the Episcopal Church, Trinity Press International, Valley Forge (Pennsylvania) 1993; e sui suoi problemi attuali: John Booty, The Episcopal Church in Crisis, Cowley Publications, Cambridge (Massachusetts) 1988.
La Chiesa Anglicana in Italia
All Saints Church Rome
Via del Babuino, 153
00187 Roma
Tel.: 06-36001881
E-mail: office@allsaintsrome.org
URL: www.allsaintsrome.org
The Anglican Centre in Rome
Palazzo Doria Pamphili
Piazza del Collegio Romano, 2
00186 Roma
Tel.: 06-6780302
E-mail: administrator@anglicancentre.it
URL: www.anglicancentreinrome.org/
Le Chiese anglicane in Italia fanno parte della Diocesi Anglicana in Europa, creata nel 1980 per riunire sotto un’unica giurisdizione ecclesiastica le numerose Chiese anglicane presenti sul continente europeo sin dal XVII secolo. Prima del 1980 l’Italia rientrava invece nell’ambito della Diocesi di Gibilterra, costituita a Londra nel 1909 e riconosciuta in Italia come ente straniero operante a condizioni di reciprocità, cui erano intestati gli edifici di culto italiani. Al fine di riunire tutte le comunità e quanti in Italia professano la Comunione anglicana, è stata costituita l’Associazione Chiesa d’Inghilterra, ente morale religioso cui è stata riconosciuta la personalità giuridica con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 17 luglio 2014, su proposta e approvazione del Consiglio dei Ministri del 10 luglio 2014, e dopo parere favorevole del Consiglio di Stato. Ulteriormente, il 30 luglio 2019 è stata firmata l’Intesa tra la Repubblica Italiana e l’Associazione Chiesa d’Inghilterra; il documento è stato siglato, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, dalla presidente dell’associazione, la reverenda Vickie Lela Sims, e dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ed è stato approvato dal Parlamento con voto unanime delle due Camere con Legge n. 240/21 del 29 dicembre 2021.
Le cappellanie o congregazioni anglicane in Italia sono una ventina, fra cui St. Mark’s a Firenze (Via Maggio 16), The Holy Ghost a Genova (Piazza Marsala 3), All Saints a Milano (Via Solferino 17), Christ Church a Napoli (Via San Pasquale a Chiaia 15 b), Holy Cross a Palermo (Via Mariano Stabile 118 b), All Saints a Roma (Via del Babuino 153), St. George a Taormina (Via Pirandello 24), St. George a Venezia (Campo San Vio). I frequentatori sono principalmente cittadini inglesi, ma non mancano italiani che si interessano alla tradizione anglicana. Dal 1969 esiste a Roma il Centro Anglicano (The Anglican Centre in Rome), un’istituzione unica che funge da “ambasciata” della Comunione anglicana, con un ruolo non di conversione ma di reciproca comprensione rispetto ai cittadini italiani cattolici e di altre fedi. Il Centro possiede la più grande biblioteca anglicana dell’Europa continentale – undicimila volumi – e dal febbraio 2000 è ospitato in una nuova sede. Ha svolto un ruolo importante nella promozione del dialogo cattolico-anglicano e nella diffusione della conoscenza della tradizione anglicana in Italia.
La Chiesa Episcopaliana in Italia
Chiesa Episcopale (Episcopaliana) in Italia
St Paul Within-the-Walls
Via Napoli, 58
00184 Roma
Tel.: 06-4883399
Fax: 06-4814549
E-mail: office@stpaulsrome.it
URL: www.stpaulsrome.it/
St. James Church
Via B. Rucellai, 9
50123 Firenze
Tel. e fax: 055-294417
E-Mail: stjames@dinonet.it
Sotto la giurisdizione del vescovo incaricato dalla Convocazione delle Chiese episcopali americane in Europa (dette anche “episcopaliane”), che risiede a Parigi, operano in Italia due Chiese, una a Roma – St. Paul Within-the-Walls (San Paolo dentro le mura) – e una a Firenze, St. James (San Giacomo). I fedeli sono circa trecentocinquanta a Roma e trecento a Firenze. Culti, oltre che nelle due chiese, sono celebrati anche presso chiese cattoliche e in chiese e cappelle private. Le due chiese italiane accolgono americani, ma anche italiani che desiderano accostarsi alla spiritualità anglicana (per cui è celebrato un servizio in lingua italiana a Firenze). St. Paul a Roma inizia le sue attività nel 1859 con il nome di Grace Church. Poiché nello Stato pontificio servizi protestanti non erano permessi all’interno delle mura di Roma (se non nelle ambasciate e legazioni) una cappella è affittata al di fuori delle mura cittadine. Solo dopo il 1870 gli anglicani possono erigere una artistica chiesa “dentro le mura”, e il passaggio resta consacrato nel nome.
La comunità episcopaliana di Roma offre anche un servizio agli immigrati sudamericani di lingua spagnola iniziato nel 1993 da una coppia di missionari provenienti dall’Ecuador, e ospita il Joel Nafuma Refugee Center che accoglie rifugiati di ogni nazione e confessione religiosa. La presenza episcopaliana a Firenze risale al 1850 e la parrocchia si è costituita nel 1867. L’attuale chiesa di St. James, in stile neogotico, è stata costruita a partire dal 1907. Ha subito danni durante la Seconda guerra mondiale e a causa dell’alluvione del 1966, ma è sempre stata restaurata grazie ai generosi contributi degli episcopaliani americani. Tradizionalmente una comunità americana, St. James accoglie oggi per servizi in lingua italiana e per un gruppo di studio settimanale anche italiani interessati alla tradizione anglicana. Oltre alle attività propriamente di culto e di educazione cristiana, le comunità episcopaliane italiane svolgono servizi sociali e di ospitalità, prevedendo giornate in cui volontari preparano pasti e procurano vestiti ai poveri e ai rifugiati. Significativa è anche l’attività ecumenica.
B.: Si veda la prima traduzione ufficiale in lingua italiana della Liturgia della Chiesa Episcopale Americana: Il Libro della Preghiera Comune, St. James, Firenze 1999.
La Chiesa Evangelica Episcopale
Comunità “L’Arca”
Vocabolo Boschetto, 7
Frazione Porchiano
06059 Todi (Perugia)
E-mail: tony@thearkcommunity.org
URL: www.thearkcommunity.org
Le Chiese Evangeliche Episcopali nascono all’interno del “movimento della convergenza”, che a partire dagli anni 1970 porta un certo numero di protestanti conservatori degli Stati Uniti di tendenza evangelical, molti dei quali con uno stile di preghiera carismatico, a riscoprire la tradizione liturgica ed episcopale della Comunione Anglicana. Il teologo statunitense Robert Eugene Webber (1933-2007) è una figura centrale di questo movimento, da cui – dopo una lunga maturazione – nascono negli anni 1990 diverse aggregazioni di comunità con rapporti di diversa intensità con la tradizione e la Chiesa Episcopaliana: la Chiesa Carismatica Episcopale, la Comunione Internazionale delle Chiese Cristiane e la Chiesa Evangelica Episcopale, cui si aggiungono più tardi altre aggregazioni di Chiese in rapporto con la tradizione anglicana o con quella luterana.
La Chiesa Evangelica Episcopale è fondata nel 1995 a Fredericksburg (Virginia) e nasce dalla “convergenza” di comunità episcopaliane carismatiche e altre, originariamente non episcopaliane, interessate alle idee di Webber. Attraverso annunci a pagamento sulle rivisteevangelical l’iniziativa attira l’interesse di centinaia di comunità e migliaia di persone. Attorno al primo vescovo, Michael Owen – che succede al vescovo “transitorio” John Kikuva, un anglicano del Kenya – se ne radunano altri, che vantano una successione apostolica di provenienza vetero-cattolica o da Chiese orientali, e nel 1997 dalla Chiesa Evangelica Episcopale nasce la Comunione di Chiese Evangeliche Episcopali, cui si uniscono in seguito 75 Chiese locali in India e con cui entra in comunione tra il 2005 e il 2006 anche la Comunione Internazionale delle Chiese Cristiane, un’altra delle principali espressioni del movimento della convergenza. Il secondo arcivescovo presidente della Comunione di Chiese Evangeliche Episcopali è stato Wayne Boosahda, cui ha fatto seguito nel 2003 Russell McClanahan.
Grazie agli sforzi dell’arcivescovo missionario Robert L. Wise, la Comunione ha conosciuto un’espansione in Europa. In Italia è presente con la Comunità “L’Arca” a Todi, fondata da un ex-assicuratore medico inglese, Tony Palmer (1966-2014) – scomparso il 20 luglio 2014 in seguito a un incidente motociclistico –, che ha sposato un’italiana ed è stato ordinato come vescovo nella Comunione. La comunità in Italia è particolarmente interessata alla spiritualità celtica e alle origini del cristianesimo nelle Isole Britanniche, un interesse che nel movimento della convergenza risale allo stesso Webber. Padre Pasquale Corado è il segretario della diocesi italiana ed è particolarmente attivo nell’organizzazione di ritiri presso l’Hotel Nautilus di Capri, sede dei “ritiri dell’Arca” e che ospita pure altri ritiri spirituali cristiani. Sia il vescovo Wise sia il vescovo Palmer hanno partecipato, incontrando anche Papa Francesco, regolarmente a iniziative ecumeniche, particolarmente con comunità carismatiche cattoliche.
B.: Si farà riferimento al sito Internet italiano e a quello europeo www.ceeceurope.com.