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Le Religioni in Italia

Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)

I VALE DO AMANHECER

Spiritismo, parapsicologia, ricerca psichica Ordem Espiritualista Cristã
Vale do Amanhecer
c/o Antonio Paone e Maurina Pereira Tavares
Viale Tommaso Masaccio, 44 – Baia Verde
81030 Castel Volturno (Caserta)
E-mail: antepao@gmail.com
URL (internazionale): www.valedoamanhecer.com

Da molti anni il Vale do Amanhecer (“Valle dell’Aurora”) è all’attenzione dei sociologi delle religioni brasiliani, in quanto rappresenta un esempio a suo modo straordinario di risacralizzazione di uno spazio intorno a un mito fondatore. Non a caso il grande cantautore brasiliano Caetano Veloso gli ha dedicato una delle sue canzoni più famose, Um Índio, che si conclude con le parole: “… e quello che in quel momento si rivelerà ai popoli sorprenderà tutti, non per il suo essere esotico, ma per il fatto di essere sempre rimasto occulto, mentre avrebbe dovuto essere ovvio”. In effetti, quello che colpisce e talora disorienta l’osservatore esterno è precisamente l’aspetto “esotico” del Vale, una festa di colori sia nelle costruzioni sia nelle cerimonie e nei costumi, ispirati al più vasto eclettismo, con elementi cristiani, esoterici, derivati dalle religiosità pre-colombiane, egizie, greche, orientali.

La storia del Vale è legata alla biografia della sua fondatrice, Neiva Zelaya Chaves (1925-1985), nota ad amici e discepoli semplicemente come Tia (“Zia”) Neiva. Nata a Propriá (Sergipe) nel 1925, Neiva si ritrova vedova e con quattro figli minorenni a ventiquattro anni. Lavora prima come fotografa, poi come camionista (una delle prime donne in Brasile a ottenere la relativa licenza). Come molti altri brasiliani in cerca di fortuna, nel 1957 arriva a Brasilia per partecipare ai lavori di costruzione della nuova capitale. Qui nel 1958 – secondo i seguaci, all’età particolarmente significativa di trentatré anni, gli anni della vita di Gesù Cristo – comincia a sperimentare visioni, di cui all’inizio non comprende esattamente il significato, tanto che si rivolge a ministri di diverse religioni e anche a psichiatri.

Grazie all’incontro con una medium, Dona Neném (di cui non abbiamo reperito ulteriori dati biografici), Neiva entra in contatto con le dottrine dello spiritismo brasiliano e nel 1959 le due donne fondano la União Espiritualista Seta Branca (UESB), il cui nome identifica il principale degli spiriti che si manifestano alla stessa Neiva. Radunano un numero sufficiente di seguaci per fondare una comunità a Serra do Ouro, a una settantina di chilometri da Brasilia. Nel 1964, Dona Neném e i suoi seguaci si separano da Neiva, il cui insegnamento sta ormai assumendo tratti originali rispetto allo spiritismo brasiliano classico cui Neném rimane legata. Neiva si trasferisce prima a Taguatinga e nel 1970 nell’antica Fazenda Mestre d’Armas, espropriata dal governo e che è trasformata nel Vale do Amanhecer.

Nel frattempo, nel 1965, si è verificato l’incontro decisivo fra Neiva e Mário Sassi (1921-1994), un dirigente dell’ufficio delle pubbliche relazioni dell’Università di Brasilia che era stato esponente del movimento cattolico – in Brasile, su posizioni particolarmente progressiste – JOC (Gioventù Operaia Cristiana). Nel 1967 Sassi lascia la moglie, una sociologa, e i cinque figli e nel 1968 inizia una lunga convivenza con Neiva che trasforma di fatto il movimento in uno a doppia guida, carismatica e burocratica. È solo Neiva che riceve i messaggi fondamentali per il gruppo, ma è Sassi a interpretarli e ad assicurare la guida organizzativa della comunità, che cresce molto rapidamente. Nel 1975 un tempio di pietra sostituisce l’originario edificio di legno, e nel 1976 è inaugurata intorno a un lago artificiale la complessa struttura simbolica denominata Estrela Candente (“Stella ardente”), che opera come “portale della disintegrazione” perché, attraverso appositi rituali, permette di disintegrare le energie negative del cosmo. Vi s’incontrano immagini e spiriti che vengono dallo spiritismo kardecista, dal candomblé, dall’umbanda, dal cristianesimo, dai culti dei dischi volanti e anche dal folklore zigano, poiché il movimento è persuaso che in un’incarnazione precedente Neiva, con il nome di “Natacha”, e molti membri dell’Ordine avrebbero fatto parte di una tribù di zigani.

Neiva muore nel 1985 lasciando un gruppo di dirigenti (il “Trino”) di cui fa parte il compagno della defunta fondatrice, Mario Sassi. Nel 1992 sorge però un conflitto fra Mario Sassi e gli altri dirigenti su una questione di rilievo non secondario. Secondo Sassi il Vale do Amanhecer, che conta circa novemila abitanti e che è una cittadina apprezzata per l’ordine e la pulizia che vi regnano, deve rimanere un luogo dove terreni e abitazioni sono venduti o affittati solo a membri del movimento, condizione a suo avviso indispensabile perché il Vale mantenga le sue caratteristiche uniche. Altri, tra cui i familiari di Neiva, pensano invece che a eccezione di una “zona sacra” centrale parti del territorio del Vale possano essere vendute o affittate anche ad altre famiglie che desiderano viverci. La tesi di Sassi è sconfitta, il che lo porta a separarsi dalla UESB fondando un Ordem Universal dos Grandes Iniciados. La popolazione del Vale negli anni 2000 supera i ventimila abitanti, ma il numero di non membri del movimento è ormai maggioritario, così che la cittadina si trasforma in una città-satellite della vicina Brasilia, con problemi non dissimili da quelli di altri simili centri.

Tuttavia, il Vale rimane unico per le strutture e le cerimonie dell’Ordine. Lo spirito centrale che continua a manifestarsi, Pai Seta Branca, è presentato come un cacique inca vissuto alla frontiera fra Bolivia e Perù all’epoca della prima conquista spagnola, ma anche come reincarnazione di san Francesco d’Assisi (1181-1226). Il movimento si presenta come un “ordine spiritista cristiano” in quanto i vari spiriti che si manifestano, anche quando appaiono sotto altre forme, sono reincarnazioni di personaggi della storia cristiana. Nello stesso tempo il Vale si proclama una forma compiuta di cristianesimo per il Terzo Millennio, dove la croce – simbolo della sofferenza – sarà sostituita progressivamente dall’ellisse, simbolo di guarigione, di energia e di pace. Di qui sia un evidente riferimento al “progressismo” tipico dello spiritismo brasiliano in genere, sia un certo carattere millenarista e anche pacifista del movimento, che conferma i suoi tratti utopistici proibendo ai maestri medium di accettare offerte o oboli dai “pazienti” che a loro si rivolgono per entrare in contatto con i Mentori, entità di luce in grado di risolvere, anche sulla base della conoscenza delle loro precedenti reincarnazioni, molti problemi morali e materiali delle persone. I rituali del Vale prevedono la collaborazione fra “medium di incorporazione” (che prestano il loro corpo ad entità disincarnate) e “medium dottrinatori” che controllano le affermazioni dei medium di incorporazione e finalmente spiegano agli spiriti vaganti sulla Terra che loro dovere è ritornare a Dio. Il Vale ha a lungo operato con una certa riservatezza, ma oggi una nuova dirigenza ha deciso di rendersi più accessibile ai media e di lavorare per una più ampia diffusione dell’opera anche al di fuori del Brasile. Oggi il movimento ha circa cinquecentomila aderenti in Brasile con 612 templi, e dodici templi all’estero: Portogallo, Germania, Giappone, Stati Uniti, Ecuador, Uruguay, Bolivia. Comincia a essere conosciuto anche in Italia. I simpatizzanti italiani frequentano il tempio tedesco.

B.: Tra le fonti dirette cfr. le opere di Bálsamo Álvares, Hinos Mântricos (1991), Mensagens de Pai Seta Branca (1991), Leis e chaves ritualisticas (1993), tutti pubblicati presso l’Autore a Brasilia. Tra le fonti più antiche – nonostante la separazione dell’autore dal movimento citata nel testo – resta importante Mario Sassi, Tia Neiva. Minha Vida, Meus Amores, Ordem Espiritualista Cristã, Planaltina 1985. Tra le fonti secondarie – di diverso impegno – cfr. Ana Lúcia Galinkin, A Cura no Vale do Amanhecer, tesi di laurea in antropologia sociale, UnB 1977, pubblicata con aggiornamenti e con lo stesso titolo da Technopolitik, Brasilia 2008; Maria Cristina de Castro Martins, “O Amanhecer de uma Nova Era. Uma análise do espaço sagrado e simbólico do Vale do Amanhecer”, relazione presentata alle IX Jornadas Sobre Alternativas  Religiosas na América Latina, Instituto de Filosofia e Ciências Sociais / UFRJ, 21-24 settembre 1999; Carmen Luisa Cavalcante, Xamanismo no Vale do Amanhecer. O Caso Tia Neiva, Annablume, San Paolo 2000.

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