Le Religioni in Italia
Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)
L’UNIONE DEL VEGETALE
Unione del Vegetale (União do Vegetal)
(In Italia esistono solo persone in contatto individuale con il centro internazionale)
E-mail (internazionale): udv@fortalnet.com.br
URL (internazionale): www.udv.org.br
Insieme alla Barquinha – nome con cui è popolarmente noto il Centro Espirita e Culto de Oração Casa de Jesus Fonte de Luz, fondato nel 1945 presso Rio Branco da Daniel Pereira de Mattos (1888-1948), influenzata dall’umbanda e oggi divisa in sei branche rivali dopo la morte del fondatore – e alle Chiese del Daime, la terza principale branca del movimento di riscoperta degli enteogeni amazzonici è l’União do Vegetal (UDV), fondata da José Gabriel da Costa (“Mestre Gabriel”, 1922-1971). Il movimento propone una storia mitica delle sue origini secondo cui la UDV risalirebbe ai tempi di Salomone. Un discepolo di Salomone, Caiano, avrebbe ricevuto dal re il settimo segreto della natura, relativo al tè enteogeno oaska, cioè la ayahuasca. Caiano avrebbe da allora iniziato a reincarnarsi nella storia, e la UDV avrebbe conosciuto nella storia periodi di rivelazione e di occultamento, svelandosi da ultimo nelle civiltà precolombiane del Perù, con i cui eredi sarebbe venuto in contatto Mestre Gabriel – non casualmente, perché egli era a sua volta la reincarnazione di Caiano – nel 1942 nella Bolivia amazzonica, in modo del tutto indipendente da Raimundo Irineu Serra, con cui peraltro condivideva l’attività originaria di lavoratore nel faticoso campo dell’estrazione della gomma. Dopo un periodo di preparazione, Mestre Gabriel fonda – ma per i seguaci piuttosto rifonda, perché le origini dimenticate sarebbero, come si è visto antichissime – la UDV a Porto Velho, nello Stato brasiliano di Rondônia. Il nome, “Unione del Vegetale” deriva dall’unione dell’arbusto e della foglia che entrano nella composizione della oaska. Mestre Gabriel incontra opposizioni ed è perfino arrestato, ma il gruppo si consolida e si diffonde. Alla sua morte, nel 1971, si determinano divisioni e scismi, oggi parzialmente sanati. Nel 1981 José Joaquim Andrade Neto, intorno cui si è raccolta la maggioranza dei seguaci di Mestre Gabriel, “ricostruisce” la UDV, considerando irreversibile la decadenza del gruppo originario. Sotto la sua guida, la (nuova) UDV acquisisce uno statuto legale a Campinas, nello Stato di San Paolo, e diventa la più grande religione della ayahuasca in Brasile. Anche i problemi legali sono risolti: la UDV è particolarmente attiva nell’interagire con la commissione governativa che nel 1996 legalizza la ayahuasca in Brasile e continua a sponsorizzare studi internazionali sulla bevanda e i suoi effetti condotti, in particolare, tramite lo “Hoasca Project” della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, sotto la direzione, con altri, del dottor Charles S. Grob, del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California a Los Angeles. In Italia non esiste una presenza organizzata, anche se ci sono persone in contatto con il centro internazionale. La UDV è stata menzionata in trasmissioni televisive contro le “sette” sulla base dell’esperienza di una signora romana il cui ex-marito sarebbe stato in contatto con un sacerdote cattolico brasiliano, ora allontanato dall’Italia, a sua volta asseritamente in contatto con la UDV.
All’estero, anche la UDV, come le Chiese del Santo Daime, ha combattuto battaglie legali per essere autorizzata all’uso rituale della oaska, ottenendo successi di risonanza internazionale il 12 agosto 2002 presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del New Mexico e nel dicembre 2004 presso la stessa Corte Suprema, con un’ulteriore decisione positiva ottenuta ancora dalla Corte Suprema il 21 febbraio 2006. Questa decisione si basa su considerazioni di libertà religiosa e non su una riclassificazione del principale principio attivo della ayahuasca, la DMT, che la Corte Suprema continua a considerare vietato. Peraltro anche la sentenza del 2006 non ha risoltotutti i problemi, e nel 2010 la UDV e l’agenzia statunitense di controllo delle droghe, la Drug Enforcement Agency (DEA), hanno stipulato un accordo che prevede che l’importazione, il trasporto, l’imagazzinamento, la lavorazione e l’eventuale distruzione di residui dell’oaska avvengano sotto il controllo della DEA, la quale ha il diritto di inviare suo personale a controllare tutte queste attività, con il solo limite dell’esclusione degli agenti della DEA dalle cerimonie religiose. Come ha fatto notare l’antropologa Beatriz Caiuby Labate, questo accordo costituisce un precedente insieme favorevole e sfavorevole per altri gruppi religiosi che usano la ayahuasca. Favorevole, perché sia pure in un contesto controllato, ne ammette l’uso negli Stati Uniti, che pure continuano a non considerare vincolante l’interpretazione che nel 2001 il Consiglio Internazionale per il Controllo dei Narcotici delle Nazioni Unite ha dato della Convenzione di Vienna, secondo cui il relativo divieto della DMT non si estenderebbe alla ayahuasca, e ritengono dunque la ayahuasca vietata in linea di principio, salvo appunto specifiche esenzioni e accordi per motivi religiosi. Sfavorevole perché, mentre un’organizzazione strutturata e gerarchica come la UDV è in grado di interagire con la DEA all’interno di un accordo complesso, gruppi più piccoli e singoli sciamani ibero-americani che propongono i loro rituali negli Stati Uniti non avranno accesso ad accordi di questo genere e continueranno a rischiare pesanti conseguenze legali.
Chi si accosta alla ritualità della UDV provenendo dall’esperienza di una Chiesa del Santo Daime nota, in genere, un carattere meno “attivo” delle cerimonie, con lunghi periodi di silenzio e l’uso rituale delle chamadas, con funzioni simili a quelle di un mantra. La UDV insiste sul fatto che per preparare la oaska non è sufficiente una ricetta, ma il potere della bevanda sarà proporzionale al livello spirituale di chi ne guida la preparazione. Per questo, insiste anche su in insegnamento morale di carità e fraternità tra gli uomini, con echi delle origini spiritiste del movimento, anche se il nome completo originario, Centro Espirita Beneficente União do Vegetal (“Centro Spiritista Benefico Unione del Vegetale”) è stato cambiato sostituendo la parola “espirita” (spiritista) con “espiritual” (spirituale), in modo da sottolineare le notevoli differenze fra il movimento e il mondo spiritista brasiliano, dove peraltro anche altre organizzazioni fanno uso di ayahuasca.Come ha notato l’antropologa Sandra Lucia Goulart, la UDV è il risultato di una complessa ed eclettica elaborazione del suo fondatore, in cui entrano non soltanto lo spiritismo ma influenze massoniche, teosofiche e rosacrociane, dell’umbanda e anche di un certo cattolicesimo popolare brasiliano.
B.: Tra le fonti primarie, si potrà partire dal libro-intervista all’attuale leader, opera di una nota presentatrice televisiva brasiliana che fa parte del movimento: Danielle Rodrigues, Misterios e Encantos da Oaska, Editora Sama, Campinas 1998. Altre fonti primarie: Wânia Milanez, Oaska, o Evangelho da Rosa, Editora Sama, Campinas 19983; Joaquim José de Andrade Neto, Um Conto de Tolstoi à Luz da Oaska, Editora Sama, Campinas 1999. Da un punto di vista antropologico cfr. Sandra Lucia Goulart, “The Religious Matrices of the União do Vegetal”, in Beatriz Caiuby Labate – Edward MacRae (a cura di), Ayahuasca, Ritual and Religion in Brazil, Equinox, Londra – Oakville 2010, pp. 107-133; e Sérgio Brissac, “In the Light of Hoasca: An Approach to the Religious Experience of Participants of the União do Vegetal”, ibid., pp. 135-160. Sull’accordo con la DEA del 2010, cfr. B. C. Labate, “Paradoxes of Ayahiasca Expansion: The UDV-DEA Agreement and the Limits of Freedom of Religion”, Drugs: Education, Prevention and Policy, vol. 19, n. 1 (2012), pp. 19-26.