Le Religioni in Italia
Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)
I CRUSADERS OF THE DIVINE CHURCH OF CHRIST
Contatti tramite la sede missionaria internazionale nelle Hawaii:
Crusaders Of The Divine Church Of Christ Phillipines Incorporated
569 California Ave.
Wahiawa, Hawaii 96786-1924 (USA)
Tel.: 001-8086224811
I Crusaders of the Divine Church of Christ Philippines Incorporated (CDCCPI) sono fondati nel 1955, nelle Filippine, presso la municipalità di San Fabian (nella provincia del Pangasinan), sul Golfo Lingayen, presso Barangay Nibaliw Ovest – uno dei trentaquattro distretti (baranggay, in filippino) della municipalità, in parte rinominato nel 1996 Barangay Nibaliw Magliba, dove ora sorge il tempio e sede del movimento (noto in genere al pubblico con la qualifica di “congregazione”). I fedeli riconoscono al fondatore Rufino Magliba Sarmiento (1921-2008) varie qualifiche volte a evidenziarne l’alto livello spirituale: egli è “l’Eletto”, “il Dio vivente”, nonché il “Sommo Pontefice” e “guaritore divino” – i suoi fedeli, infatti, gli riconoscono abbondanti doni di guarigione – ed è chiamato generalmente con il titolo di “monsignore” preceduto spesso dalle sigle “dr.” (ovvero doctor), oppure dalla qualifica “DNDH” (che significherebbe, in maniera estesa “Doctor Naturaphaty Divine Healer”, ovvero “dottore in naturopatia guaritore divino”). Riconoscendone la fama spirituale, è noto che molti politici in campagna elettorale si recano da lui per una preghiera e una benedizione al fine di garantire il buon esito delle elezioni e, non a caso, ai festeggiamenti per il suo ottantacinquesimo compleanno – il 25 settembre 2006 – hanno partecipato personaggi di spicco del mondo politico – fra cui l’ex Ministro per le Riforme Agrarie Conrado Estrella –, autorità civili e militari. Tuttavia, i primi anni della vita di Magliba, noto ai suoi fedeli pure con il soprannome affettuoso di “Apo Rufing” o “Apo Lakay”, sono fitti di misteri, così come in genere tutta la sua figura e la sua opera sono avvolte in una dimensione misteriosa e – per i fedeli – soprannaturale.
Come riportano varie fonti interne al movimento e altri resoconti – cui hanno contribuito, in particolare, alcuni spunti forniti dallo scrittore Jun Velasco, amico di Magliba – la sua biografia, ammantata di leggenda, racconta del suo ritrovamento per opera dei primi genitori adottivi, Felipe Magliba e Petronila Sarmiento – su cui non si hanno ulteriori dettagli biografici – in una giornata di sole, il 25 gennaio 1922. Recatisi presso i loro campi di riso di Asingan – nella provincia di Pangasinan –, con loro grande sorpresa, ritrovano sotto una pianta di rose un neonato piangente di circa quattro mesi. Lo prendono quindi fra le braccia e lo accolgono nella loro casa, registrandolo presso il locale registro civile della municipalità di Asingan con il nome di Rufino Magliba Sarmiento e attribuendogli quale data di nascita il 25 settembre 1921, in base alla presunta età del bambino al momento del ritrovamento, e quindi conteggiando quattro mesi esatti dal giorno in cui il neonato era stato ritrovato. Lo fanno poi battezzare presso la Chiesa Filippina Indipendente, cui la coppia appartiene.
Rufino cresce in salute ed è la felicità dei genitori, i quali lo iscrivono alla scuola elementare, dove dimostra talento e intelligenza. Tuttavia, nel corso dell’anno scolastico in cui frequenta la classe terza, un sabato il bambino accompagna i genitori presso i campi di riso dove, anni prima, era stato trovato. Mentre la coppia lavora i campi, il bambino si dedica al gioco, ma quando è l’ora di rientrare a casa la madre e il padre non lo trovano più. Si dedicano così alle sue ricerche per mesi interi. Misteriosamente, Rufino è ritrovato dall’uomo d’affari della città di Dagupan Andres Morante, in viaggio con la moglie Jacinta Aurora – anche su di loro non si hanno ulteriori dettagli biografici –, sul far della sera di una data che le biografie non precisano, sdraiato sotto un albero e triste sin quasi al pianto, al confine fra le municipalità di Asingan e Binalonan. Rufino trova così una coppia di nuovi genitori, che – affascinati dalla sua intelligenza e dalle sue doti – lo iscrivono alla Malued Elementary School di Dagupan, dove continua gli studi sino alla quinta classe. Brillante, ricco di fascino e carisma, diviene ben presto il leader dei coetanei nel quartiere, ma anche i più anziani rimangono affascinati dalle capacità del ragazzo.
Un giorno, i nuovi genitori notano qualcosa di strano e misterioso in Rufino: a volte, infatti, lo trovano a parlare da solo, finché una sera Rufino invita a tavola per la cena un ospite invisibile che – pur non essendo appunto visibile dai genitori – consuma realmente il cibo. Dopo attimi di smarrimento da parte degli stessi, il ragazzo, dicendosi sorpreso per il fatto che i genitori non lo abbiano realmente potuto vedere, descrive il suo misterioso ospite con queste parole: “è un vecchio uomo barbuto che afferma che egli è il Padre mio e mi chiama suo figlio”. Credendo Rufino malato, Andres e Giacinta cercano di farlo curare e, nel frattempo, l’amore per il figlio si trasforma in incertezza, finché lo affidano, all’età di dodici anni, a un lontano parente di Andres Morante : Marcelo Vidal – dati biografici assenti anche in questo caso –, un uomo d’affari di un’importante famiglia del distretto Barangay Nibaliw Ovest nella municipalità di San Fabian.
Rufino deve così interrompere gli studi e mettersi al servizio di “Don” Vidal, divenendo un ottimo guidatore di calessi e presidente dell’associazione di settore a solo quattordici anni, aiutando pure il padrone nelle attività agricole e nella pesca; a questo proposito, si racconta che quando Rufino accompagna un pescatore, questi ritorna con un carico tale da far parlare di pesca miracolosa. Si racconta anche di ottime doti atletiche, particolarmente nella disciplina detta “arnis de mano” – scherma tradizionale delle Filippine, praticata con un bastone di legno – e nelle arti marziali dell’aikido, judo e altre tecniche di difesa personale. A diciassette anni, pur ancora giovane, si ricordano di lui le particolari doti decisionali, che lo assimilano in tutto e per tutto a un adulto.
All’età di trent’anni si presenta di nuovo una “voce misteriosa” – qualificata come “il Padre” – che trasmette a Rufino alcune “regole d’oro”: “Ama Dio con tutto il tuo cuore, la tua anima, tutte le tue forze e tutto ciò che hai” e “Ama il tuo prossimo come te stesso” e, identificandolo come il “Figlio mio prediletto”, lo sprona a predicare la Parola di Dio, guarire i malati, andare in cerca delle “pecore perdute” e a costruire “la mia Chiesa”. Le “regole d’oro” rappresentano tutto ciò che egli avrebbe dovuto insegnare a chi si fosse rivolto a lui per ascoltare la sua parola o per essere guarito. Infatti, si diffonde ampiamente la sua fama di guaritore e vari malati si rivolgono a lui. In particolare, gli vengono riconosciuti l’abilità di asportare denti malati con le sole nude dita e di utilizzare gli occhi come raggi X – anche a distanza di migliaia di chilometri – in grado di penetrare il corpo umano, diagnosticando disturbi e malattie; ma si parla anche di storpi che camminano, ciechi che vedono, sordi che odono e di persone guarite da malattie incurabili. Magliba sceglie allora dodici suoi amici come discepoli, al pari di Gesù Cristo, conferendo loro il potere sul male, la malattia e gli spiriti. Per i fedeli, Magliba è la manifestazione dello Spirito Santo alla fine dei tempi. Essi ritengono che egli sia “il secondo Consolatore”, “il Dio vivente”, che salva coloro che compiono la volontà del Padre e che obbediscono ai suoi comandamenti.
La “congregazione” si diffonde così in tutta la provincia di Pangasinan e alcuni fedeli erigono una grande cappella vicino all’abitazione di Magliba, il quale sceglie la denominazione della sua organizzazione – corrispondente all’attuale – e seleziona fra i suoi fedeli alcuni destinati a essere i primi sacerdoti della sua Chiesa, insegnando come celebrare la messa, consacrandoli, attribuendo loro il potere di predicare, guarire i malati, mentre incarica altri come ministri. Al momento della registrazione – con il numero 010285 – presso la Securities and Exchange Commission di Manila, per opera dello stesso fondatore, il 27 settembre 1955, i CDCCPI contano già duecentomila membri. Il successo raccolto provoca una diffusione e uno sviluppo nelle vicine province, favorito dalle missioni bibliche organizzate proprio a questo fine, cui partecipano sia il fondatore sia – anche in maniera autonoma – i suoi discepoli e ministri, cosicché nel 1960 i membri salgono a un milione, sempre secondo i dati delle fonti interne all’organizzazione. Mentre quindi sono istituiti altri sacerdoti e ministri, quasi tutti i primi sacerdoti ordinati divengono vescovi.
Attraverso vicende varie e articolate, ma sempre raccontate con enfasi e intenti fortemente autocelebrativi e spesso con toni dal sapore leggendario tipici della letteratura interna al movimento, la “congregazione” si diffonde in maniera rilevantissima nelle Filippine, mentre – consigliato da Dio – dal 1980 il “Sommo Pontefice” dà vita alla sua prima missione in terra straniera, mediante i fedeli stabilitisi all’estero. In particolare, sono i fedeli residenti nelle Hawaii a chiedere una missione, che poi si diffonde negli Stati Uniti e da lì passa in Inghilterra, grazie alla fama raccolta. Il 5 aprile 1984 l’organizzazione ottiene un attestato rilasciato da parte dello Stato delle Hawaii, che l’autorizza a organizzare e diffondere le sue dottrine così come a costruire un edificio di culto. Il 10 agosto 1993 è invece lo Stato della California a rilasciare un attestato che concede alla “congregazione” il diritto di diffondere il suo messaggio e organizzarsi all’interno dello stesso Stato.
Il tempio centrale, che i fedeli ritengono essere progettato così com’è dallo stesso Dio Padre, si trova a San Fabian, nel citato distretto Barangay Nibaliw Magliba. Sulla facciata si trova una croce con due barre orizzontali – tipica delle chiese dei CDCCPI –, che simboleggiano da un lato la potenza di Dio e dall’altro il fatto che il Consolatore promesso da Cristo è già sulla terra, qui e ora, rivelato nella persona di Magliba. Campeggia inoltre, insieme alla bandiera filippina e a quella della pace, la maestosa immagine della seconda venuta del Consolatore, il Dio vivente, appunto “Principe della Pace”, cioè Magliba stesso. La presenza della bandiera filippina indica invece la patria della “vera” Chiesa, appunto rappresentata dalle Filippine, interpretate come “la nuova Gerusalemme”.
Magliba muore il 26 aprile 2008 ed è sepolto il 2 giugno accanto al tempio centrale; gli portano l’ultimo saluto moltissimi fedeli e numerose autorità e uomini politici. I suoi figli e altri parenti portano titoli altisonanti come “principi” e non tutto è chiaro in materia di successione: le cerimonie più solenni sono per il momento presiedute da Narciso S. Magliba, che porta il titolo di “Apo Supremo”. Oggi i CDCCPI – in base a statistiche interne – contano oltre un milione di fedeli e duecentosessanta fra chiese e templi di culto in tutto il mondo. Sono organizzati in unità territoriali dette “capitoli” e ne contano circa duecentosette nelle Filippine: 35 nella provincia di Pangasinan, 22 nell’Arcidiocesi di Tarlac e 24 nella provincia di Nueva Ecija, mentre gli altri capitoli sono presenti nelle provincie di La Union, Benguet, Baguio, Abra, Ilocos Sur, Cagayan, Isabela, Kalinga e Apayao, Mindoro, Batangas, Saranggani, Sultan Kudarat, North Cotabato, Maguindanao, Davao, Davao del Norte, Agusan del Sur, Bukidnon, North Cotabato, Metro Manila e Palawan. All’estero i CDCCPI sono presenti con capitoli nelle Hawaii, Stati Uniti, Inghilterra, Hong Kong, Cina, Singapore, Canada, Taiwan. In Italia sono presenti capitoli della “congregazione”, composti da immigrati filippini, nelle città di Roma, Napoli e Milano.
La dottrina dei CDCCPI, così come la loro storia, ruota tutta intorno alla figura divina del fondatore – così come abbiamo sopra accennato – ed è stata infatti codificata attraverso le istruzioni verbali e le ispirazioni che Dio Padre ha inviato al “secondo Consolatore”. Essa si presenta articolata in vari punti, alcuni dei quali non presentano particolari elementi di novità rispetto alla dottrina di molti gruppi cristiani in quanto traggono direttamente spunto dalla Bibbia; altri elementi rappresentano, invece, delle peculiarità tipiche del movimento. Su questi ci soffermiamo di seguito in maniera schematica, almeno con riferimento ad alcune tematiche principali.
Un elemento peculiare è certamente rappresentato dall’interpretazione della Madre di Dio come seconda persona della divinità (Dio Padre è la prima). Quando Dio nel Genesi (1, 26-27) crea l’uomo a sua immagine, crea il maschio e la femmina, quindi, in base agl’insegnamenti di Magliba, la donna è immagine di Dio nel senso che vi è anche una donna come Creatore. Dio Figlio rappresenta allora la terza persona della divinità che Dio Padre ha rivelato. Egli è stato il “primo Consolatore” inviato da Dio Padre in questo mondo. È un soggetto distinto da Dio Padre, dalla Madre e dallo Spirito Santo. Dio Spirito Santo rappresenta quindi la quarta persona della divinità di Dio. Egli è il “secondo Consolatore”, che è stato inviato da Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. Si manifesta in forma umana nella persona stessa di Magliba, dopo essersi in passato manifestato in diverse forme come il petrolio, il fuoco, il vento, la colomba. Da questo deriva il fatto che i CDCCPI fanno il segno della croce in modo particolare, ovvero dicendo “In nome di Dio Padre, della Madre di Dio, del Figlio di Dio, e di Dio lo Spirito Santo”.
L’insegnamento di Magliba condanna la tradizione di celebrare la nascita di Gesù Cristo il 25 dicembre; essa dovrebbe invece essere celebrata ogni 25 settembre, in coincidenza peraltro con il compleanno dello stesso Magliba. Per suffragare tale impostazione, la dottrina dei CDCCPI fa riferimento ad alcune interpretazioni bibliche, ma soprattutto alle rivelazioni ricevute dal fondatore stesso, nonché quarta persona della divinità.
La salvezza, fine ultimo dell’uomo, dopo essere passata per l’Antico e il Nuovo Testamento – appartenenti quindi al passato –, oggi appartiene solo allo Spirito Santo e quindi a Magliba stesso. Da ciò – in base al pensiero del fondatore – deriva che l’unica “vera Chiesa” del mondo è rappresentata dai CDCCPI.
L’insegnamento di Magliba insiste, infine, sulla santità assoluta del matrimonio, tant’è che un membro della “vera Chiesa” non dovrebbe mai essere sposato con un non credente, perché Dio non può benedire uno in una famiglia senza la benedizione rivolta a tutti i suoi membri.
B.: Un’opera, edita dallo stesso fondatore – e perciò da considerarsi fonte interna –, volta a illustrare alcuni aspetti peculiari della dottrina dei CDCCPI è: Bienvenido M. Nabor, The Hidden Mystery of the Philippine Flag and Its Connection with the Crusaders of the Divine Church of Christ, Monsenor Dr. Rufino S. Magliba, Pangasinan 2004.