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Le Religioni in Italia

Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)

L’EREDITÀ DI OSHO RAJNEESH

giainismo

I centri di Osho

Osho Miasto
Podere San Giorgio, 16
53012 Chiusdino (Siena)
Tel.: 0577-960124
Fax: 0577-960213
E-mail: oshomiasto@oshomiasto.it
URL (Osho Miasto:) www.oshomiasto.it; (centri italiani:) www.oshoamici.it; (sito multilingue sulle realtà collegate a Osho, con una sezione in italiano:) www.osho.com

Mohan Chandra Rajneesh nasce nel 1931 a Cuchwada, in India, uno degli undici figli di un mercante di stoffe giainista. Nei suoi anni di adolescenza un’esperienza importante è la morte della cugina – e primo amore – Shashi, avvenuta quando Rajneesh aveva quindici anni. A diciannove anni s’iscrive all’università di Jabalpur; ottiene poi un dottorato all’Università di Sagar e inizia a insegnare filosofia al Raipur Sanskrit College. Già a ventuno anni, a Jabalpur nel 1953, ha una straordinaria esperienza di pace e di beatitudine, seguita da altre in cui sperimenta l’illuminazione. Fino al 1966 persegue una carriera di insegnante come professore di filosofia e di sanscrito, ma tiene anche conferenze e corsi di meditazione. Dal 1966 si dedica a questa seconda attività a tempo pieno e nel 1970 ha già riunito un gruppo di devoti seguaci indiani.

A costoro Rajneesh conferisce un’iniziazione in seguito alla quale diventano neo-sannyas, un ruolo che s’ispira alle tradizionali forme indiane di rinuncia, ma anche a quella che definisce “morte di tutto ciò che si era fino a ieri”. Nel 1970 Rajneesh si stabilisce a Bombay. Nel 1971 inizia Christine Wolff (1949-1989), in cui riconosce la reincarnazione del suo amore giovanile Shashi. Con il nome di Vivek, questa giovane inglese diventa la compagna stabile del maestro. Nel 1971, Rajneesh assume il nome di Bhagwan (“il Benedetto” o “il Realizzato”), titolo che implica caratteristiche pressoché divine e che suscita grande scandalo. Crescono i seguaci occidentali, per cui è creata una comune agricola nelle vicinanze di Kailash. Nel frattempo, il clima urbano di Bombay non giova alla salute di Rajneesh. Così, nel 1974, l’intera comunità si trasferisce in un sobborgo di Poona, dov’è aperto un ashram ed è fondata una Rajneesh Foundation. Qui accorrono devoti da tutto il mondo, che partecipano non solo a corsi di meditazione, yoga e tantra, ma anche a gruppi d’incontro e terapia ispirati alle forme occidentali di psicoanalisi, con terapeuti formatisi negli anni 1970, in Inghilterra, nel movimento di piscologia umanistica, e in America, all’Esalen Institute.

La sperimentazione sessuale – insieme con i pronunciamenti paradossali di Rajneesh, che critica violentemente sia il cristianesimo sia la retorica sui poveri; dal canto suo, giungerà a possedere novantadue Rolls Royce – rendono il maestro di Poona particolarmente controverso. In questo clima la nuova segretaria personale di Rajneesh, Sheela Silverman (Ma Anand Sheela) lo convince, nel 1981, dapprima a recarsi negli Stati Uniti per sottoporsi alle cure mediche di cui ha bisogno, quindi a trasferire la maggior parte dei suoi seguaci in un ranch nei pressi di Antelope (Oregon) dove nasce la comune di Rajneeshpuram. Nel 1982 la nuova città è registrata ufficialmente come tale. Si riproducono però i problemi di Poona: i vicini sono ostili e si arriva all’esplosione di bombe; le autorità indagano e Sheela – si discute se con l’approvazione o meno di Rajneesh – viola diverse leggi americane sull’immigrazione e sui permessi di soggiorno negli Stati Uniti, accumulando anche armi nel ranch. Soprattutto, Sheela – nel periodo in cui Rajneesh si ritira in silenzio – trasforma gradatamente un movimento libertario in una religione organizzata che chiama “rajneeshismo”, nel cui ambito si assicura quasi tutti i poteri.

Quando Rajneesh riprende a parlare, denunciando l’opera di Sheela, nel settembre 1985, la sua segretaria abbandona Antelope con quindici seguaci e con oltre cinquanta milioni di dollari di proprietà della comune. Sheela sarà poi arrestata e condannata a quattro anni di detenzione; le autorità arrestano però anche Rajneesh mentre tenta di volare verso le Bermuda. Il maestro sarà condannato soltanto per violazioni minori alla legge sull’immigrazione – a una multa di quasi mezzo milione di dollari –, ma le circostanze del suo soggiorno nelle carceri americane rimangono oscure e i discepoli sospettano che sia stato, oltre che maltrattato, avvelenato. Abbandonati gli Stati Uniti, dopo avere tentato invano di negoziare con altri Paesi un trasferimento della comunità, torna in India nel 1986 e dal gennaio 1987 guida nuovamente l’ashram di Poona, che ridiventa il centro del movimento. Alcuni pensavano che l’organizzazione di Rajneesh si sarebbe rapidamente sfaldata e che i danni causati nell’epoca di Sheela fossero irreparabili.

È certo che, dopo gli avvenimenti di Antelope, centinaia di discepoli in tutto il mondo lasciano il movimento. Le profezie sulla sua fine risulteranno però infondate. A Poona, con nuovi corsi e nuove tecniche, Rajneesh riprende gradatamente in mano la situazione, nonostante condizioni di salute sempre più precarie. Il movimento continua a funzionare come network di centri più o meno indipendenti, che riconoscono tuttavia la priorità di alcune istituzioni nazionali e di una internazionale, l’ashram di Poona. Qui, nel febbraio 1989, il maestro cambia il suo nome in Osho, termine cui i discepoli danno varie spiegazioni: da una combinazione di ideogrammi giapponesi, che significano “esistenza che si espande in armonia”, fino a un riferimento al “dissolversi nell’oceano” del filosofo americano William James (1842-1910). A Poona l’Osho Multiversity – che poi ha assunto il nome di Osho Meditation Resort, rispettando la volontà del maestro – è emerso come il centro d’insegnamento principale, mentre i diritti d’autore sulle opere del maestro sono di proprietà della Osho International Foundation. All’interno della Multiversity, discepoli carismatici hanno fondato scuole di ricerca come il Tibetan Pulsing Healing di Swami Shantam Dheeraj – all’anagrafe James Rudolph Murleyn, nato nel 1940 a Dallas (Texas) – e la Osho Academy a Sedona, che tuttavia – in senso lato – possono ancora essere considerati parte del movimento che fa capo alla Multiversity. Una notevole autonomia ha invece la Humaniversity olandese, che pure deve considerarsi interna al “movimento” di Rajneesh.

Negli ultimi anni della sua vita a Poona, Osho è tormentato da condizioni di salute sempre peggiori, secondo i seguaci conseguenza dell’avvelenamento da tallio perpetrato durante la sua detenzione in carcere negli Stati Uniti. Nel 1989 la comunità è turbata dal suicidio di Vivek, che era stata la compagna di Rajneesh per diciotto anni. Osho Rajneesh muore il 19 gennaio 1990. Cremato, le sue ceneri sono raccolte a Poona presso una lapide dove si afferma che Osho non è “mai nato, mai morto, ha solo visitato questo Pianeta Terra”. La direzione dell’ashram è assunta dal medico personale di Osho, Amrito (George Meredith), dal suo segretario Jayesh – un operatore immobiliare canadese – e dal consiglio di ventuno sannyasin. I visitatori continuano a crescere tanto che, fra il 1990 e il 1993, le dimensioni dell’ashram di Poona sono raddoppiate.

L’Italia, con oltre cinquanta centri locali, gruppi e punti di contatto largamente autonomi – fra cui si segnala il Centro di Meditazione Osho Kivani di Roma –, ma con un centro, l’Osho Miasto di Chiusdino (Siena), che svolge alcune funzioni di rilievo nazionale, è uno dei Paesi dove il movimento di Osho Rajneesh continua ad avere una delle presenze maggiori. Il personaggio di maggiore spicco è Majid (Andrea) Valcarenghi, che è stato una figura storica del 1968 italiano e della contestazione, prima di approdare al movimento di Osho.

Osho continua a essere, fra i maestri venuti in Occidente dall’India, il più paradossale e controverso. Si continua a discutere se sia stato un manipolatore e un ciarlatano, o un illuminato che scandalizzava consapevolmente i seguaci proponendo la via della contraddizione e del paradosso. Certamente, il suo insegnamento non può essere semplicemente ricondotto a nessuna delle tradizioni indiane: né all’induismo, né al giainismo in cui era stato allevato, anche se non è difficile cogliere l’eco di forme giainiste di tipo tantrico. La sua tecnica di meditazione, la “meditazione dinamica”, è sincretistica e attinge anche alla psicoterapia occidentale, e oggi – nell’evoluzione della pratica dei suoi discepoli – non disdegna incursioni nell’ambito delle tecniche terapeutiche alternative, fra cui il reiki. Le cinque tappe principali sono: la tecnica di respirazione; una catarsi di tipo psico-drammatico con lacrime, grida, pianti e canti; l’espirazione vigorosa e sonora; il blocco della respirazione e il silenzio con l'”ascolto delle energie”; infine, la celebrazione nella danza e nella gioia. Ma Rajneesh e i suoi seguaci rimangono noti per uno stile di vita alternativo e radicale. Alcuni elementi per cui i seguaci erano conosciuti negli anni 1980 sono ora stati abbandonati: così il vestito rosso o arancione – da cui l’appellativo di “arancioni” –, la mala – una collana con la fotografia del guru –, e altri. Rimangono, però, l’amore per il paradosso iconoclasta e la polemica con la morale sessuale corrente, segno di contraddizione e fonte di controversie destinate probabilmente a durare ancora molto a lungo.

B.: Molti testi del maestro sono stati tradotti in italiano. Si potrà partire da Bhagwan Rajneesh, La dottrina suprema, trad. it., Rizzoli, Milano 1983; Idem, La Bibbia di Rajneesh, Rizzoli, Milano 1988. Di Osho, si veda pure l’autobiografia: Autobiography of a Spiritually Incorrect Mystic, St. Martin Press, New York 2000. Un importante studio accademico riguardante la vita, gli insegnamenti, le controversie e il lascito, è il libro di Hugh B. Urban, Zorba the Buddha. Sex, Spirituality, and Capitalism in the Global Osho Movement, University of California Press, Oakland 2015. Per un’introduzione generale, opera di una sociologa inglese che ha studiato per anni il movimento, cfr. Judith Coney, Osho Rajneesh e il suo movimento, Elledici, Leumann (Torino) 1999. Più ampiamente: Eadem – Paul Heelas, The Way of the Hearth. The Rajneesh Movement, Aquarian Press, Wellingborough 1986, che riflette la situazione così come si presentava negli anni 1980. Sulla detenzione e la morte del maestro il punto di vista del movimento è presentato in Majid Valcarenghi – Ida Porta, Operazione Socrate, Edizioni Re Nudo, Siena 2000, riedito dalle Om Edizioni di Quarto Inferiore (Bologna) nel 2010 con il titolo Operazione Socrate. Il caso Osho Rajneesh. Come e perché è stato ucciso il maestro spirituale più discusso della nostra epoca. L’Associazione Oshoba di Tradate (Varese), sorta nel 1988, diffonde l’edizione italiana della rivista mensile Osho Times e facilita la reperibilità delle opere di Osho, dei suoi discepoli e di altri volumi sul tema.

La Humaniversity

Shantideva – Osho Information Center
Via Montalbino, 9/2
20159 Milano
Tel.: 02 36564469 ; 373-7483759
E-mail: info@shantideva.it
URL: www.shantideva.it

Denny Yuson-Sánchez nasce a New York, nel 1938, da padre filippino e madre domenicana. Dopo quattordici anni di tossicodipendenza, all’età di ventotto anni entra nel centro di disintossicazione e di educazione di Phoenix House, a New York. Tale centro è diretto dallo psichiatra Mitch Rosenthal e dallo psicologo autodidatta Frank Natale (1941-2002) – fondatore quest’ultimo, nel 1979, di The Natale Institute (TNI) di Houston, di cui ci occupiamo nel capitolo dedicato ai movimenti del potenziale umano – che avevano ricevuto dalla municipalità di New York l’incarico di valutare l’efficacia dei vari programmi di disintossicazione. Alla Phoenix House sono sperimentate tutte le innovazioni nel campo della psicologia ed è messa in pratica l’idea della convivenza quotidiana fra terapeuti e partecipanti al progetto di disintossicazione. Questi ultimi – oltre a mantenersi fuori dalla dipendenza – possono anche studiare e diplomarsi come terapeuti per lo stesso tipo di problemi. Yuson-Sánchez segue questo percorso formativo e dopo due anni consegue il diploma di specialista in tossicodipendenze. Su invito delle autorità sanitarie britanniche fonda un centro Phoenix House a Londra. Incomincia a incontrare e a lavorare con molti esponenti europei del movimento per lo sviluppo del potenziale umano e, nel 1975, le autorità mediche olandesi lo invitano a iniziare un programma di formazione per professionisti nel campo della riabilitazione da tossicodipendenze presso il NIOV – l’Istituto Olandese per la Formazione di Terapeuti delle Tossicodipendenze –, a L’Aja. Sulla base della propria esperienza personale inizia ad adottare, insieme alle pratiche terapeutiche tradizionali, tendenze “di frontiera” della psicologia e della terapia e a elaborare nuovi processi terapeutici.

Tutte le fasi della sua evoluzione come terapeuta e della sua maturazione personale sono ispirate e influenzate dall’amore per il maestro Osho Rajneesh – incontrato nel 1974 –, di cui diventa amico e discepolo, pur essendo fra i più indipendenti, con il nome di Swami Anand Veeresh. La passione per la ricerca e la sperimentazione sia nel campo terapeutico sia in quello spirituale lo spingono ad abbandonare il lavoro con le istituzioni e a dare vita a un progetto di più ampio respiro; così – nel 1978 –, insieme a Mariet Wijnen (Samadhi) fonda a L’Aja il Rajneesh Therapy Institute, scuola e luogo di terapia, ma anche comune legata alla visione di Rajneesh.

Nel corso degli anni, la realtà fondata e ora presieduta da Veeresh assume vari nomi: Grada Rajneesh, The Humaniversity, Kfar Rajneesh, Osho Humaniversity, Humaniversity. Ingrandendosi, è trasferita nell’attuale sede di Eegmond aan Zee, sempre in Olanda. Un numero crescente di seguaci europei di Rajneesh comincia a frequentare il centro fondato da Veeresh, che è indubbiamente vicino al maestro – cui fa spesso visita –, ma è isolato dagli amministratori di Rajneeshpuram, che lo ritengono un indipendente. Veeresh incoraggia i frequentatori abituali di Humaniversity a fondare centri nei propri Paesi, chiamati “città dislocate”, i quali sono amministrati autonomamente, ma con un riconoscimento verso l’attività complessiva della Humaniversity, mantenendo un rapporto positivo con l’ashram di Poona. Tuttavia, fuori dall’Humaniversity, Veeresh continua spesso a essere considerato un indipendente “pericoloso”, le cui tecniche non rifletterebbero gli insegnamenti di Osho.

Veeresh, accennando ai rapporti problematici con l’ashram di Poona riferisce: “Prima di lasciare il corpo Osho richiese che l’Humaniversity venisse chiamata Multiversity. Aggiunse un paio di frasi rassicuranti come ‘Non ci sarà controllo’ e ‘Nessuno ti dirà cosa fare’. Sapeva che probabilmente avremmo dato di matto se avessimo pensato che Puna [sic] poteva ricominciare a dirci cosa avremmo dovuto fare. […] Ci fu molta resistenza da parte del mio staff sul fatto che il nome cambiasse, ci volle parecchio tempo per accettarlo e ora abbiamo preso il nome di Osho Multiversity. Facciamo ancora Humaniversity Therapy e formiamo terapeuti Humaniversity, cosa che costituisce il nostro lavoro. La connessione si sta già verificando. […] La Multiversity a Puna, per me, è come lo Yin e le Humaniversity sono come lo Yang e insieme ci aiutiamo gli uni con gli altri” (Sw. Anand Veeresh, In compagnia del Maestro 1974-1990, trad. it., La Stanza Editrice, Bizzarone [Como] 1999, pp. 191-192).

Nel 1996 il Consiglio Nazionale dell’Educazione della Repubblica Domenicana – patria della madre di Veeresh – ha riconosciuto lo statuto di università alla Humaniversity. Sono offerte diverse possibilità di conoscere e frequentare la Humaniversity: oltre alle “giornate aperte” e alla frequenza a uno specifico corso o seminario si può accedere al Tourist Program, o Foundation Course, un programma residenziale e intensivo di quindici giorni che rappresenta una profonda introduzione al lavoro di Humaniversity ed è un prerequisito necessario per potere partecipare allo Student Program – o Communal Living Program –, che è uno studio su sé stessi e sull’arte di vivere insieme, realizzato continuando a rimanere nella comune. È inoltre possibile risiedere presso la Humaniversity, unendosi al college di vita comune, impegnandosi in un più intenso ciclo di studi, e diventare “membri” della università accedendo a un programma avanzato. I programmi di studio sono suddivisi in vari corsi che consentono di accedere a diversi gradi, a seconda del programma seguito.

Veeresh – che conduce gruppi di educazione e terapia a Eegmond aan Zee e in altre parti del mondo – insegna una serie di tecniche da lui rielaborate sulla base degli insegnamenti di Osho, fra cui il flushing – “scaricamento”, una combinazione di primal therapy, “associazioni libere” e tantrismo –, la pressure cooker – “cottura a pressione”, che costringe i partecipanti ad affrontare le loro emozioni primarie –, le 3-day socio structures – “strutture sociali di tre giorni”, una sorta di grande gioco di ruolo collettivo e comunitario –, gli experiential seminars, il multi-symptomatic approach – dove persone con diversi sintomi e problemi fisici e spirituali partecipano allo stesso programma –, la meditazione AUM e molte altre meditazioni “sociali”. Veeresh ha anche dato vita a The Humaniversity Sound, divenendo ispiratore e produttore discografico ed è pure esperto di arti marziali, essendo cintura nera di Hap Ki Do, un’arte marziale coreana, e fondatore dell’Osho-Do (la Via di Osho) e dello Street Awareness Program, un programma di autodifesa e consapevolezza da strada.

Il lavoro terapeutico della Humaniversity costituisce il culmine della carriera professionale e della ricerca spirituale del fondatore e rappresenta una sintesi fra la psicoterapia occidentale e l’approccio orientale alla meditazione. Veeresh e i suoi discepoli insegnano l'”arte di essere umano” attraverso una “terapia radicale” che insiste sulla liberazione sessuale in forme che spesso provocano e scandalizzano l’osservatore esterno. Tutti i corsi principali sono offerti dalla sede olandese, ma gruppi di seguaci o “dislocazioni” – in dialogo con il più vasto milieu dei seguaci di Osho, di cui pure rappresentano una forma particolare e specifica – esistono in numerosi Paesi del mondo; in particolare in Italia, Germania, Austria, Svezia, Norvegia, Stati Uniti e Brasile.

In Italia, fino a dicembre 2016 ha operato la Osho Gautama Multiverisity di Dumenza, in provincia di Varese – precedentemente con sede a Morosolo – Casciago, sempre in provincia di Varese –, in rapporti di collaborazione con la Humaniversity, pur dichiarando la propria indipendenza sia da quest’ultima sia dall’ashram di Poona. Il centro, fondato nel 1987 da Siddhakam (Piero Belitrandi) e da costui guidato assieme alla moglie Estrella Cabrera “Pujarin”, si è presentato al pubblico come “una comune, un Centro di Meditazione, ed inoltre accoglie diverse scuole sia per la crescita e lo sviluppo personale che per la formazione professionale”, nonché un “Centro benessere” volto alla diffusione della conoscenza dei cibi e dei rimedi naturali, prendendo spunto anche dalla tradizione sciamanica. Con esso hanno collaborato circa venticinque istruttori – alcuni interni, altri esterni, e fra questi ultimi c’è stato anche Frank Natale –, che hanno svolto svariati corsi e seminari, mentre presso la comune hanno vissuto una trentina di persone. Di fatto, la maggioranza degli istruttori operanti presso la Osho Gautama Multiversity si è diplomata presso la Humaniversity, tuttavia alcuni hanno talvolta ideato corsi indipendentemente dal metodo di Veeresh.

A Milano e in altre città soprattutto dell’Italia settentrionale prosegue invece la propria attività Shantideva – nome assunto dal gruppo nel maggio 2017, come prosecuzione di Shantisaburi, fondato nel 2005, a sua volta seguito delle attività dello Humaniversity Information Center Italia inizialmente costituito come HumanItalia –, una realtà che fa riferimento alle attività di Ma Preem Leela – Letizia Zacchetti, che svolge l’attività di “professional counsellor olistico” –, la quale nel 1991 diventa discepola di Osho, frequentando nel 1992 il training di Osho Rebalancing a Poona. Dal 1994 al 1998 risiede presso la Humaniversity olandese, dove completa lo Student Program, il Therapist Training e l’AUM Leader Training. ricevendo il Bachelor in Psicologia della stessa Humaniversity. Dal dicembre 2002 è Humaniversity Peace Ambassador e da allora conduce le Peace Experiences sul territorio italiano. Si interessa di sciamanesimo e tiene pure corsi di Trance Dance. Conduce inoltre una serie di “meditazioni sociali” e, in particolare l’AUM Meditation, “meditazione sociale attiva di grande trasformazione”. Conduce inoltre giornate esperienziali di meditazione,workshop e corsi settimanali per lo sviluppo del potenziale umano e la crescita spirituale, offrendo anche sessioni individuali di counseling e di Osho Rebalancing.

B.: Cfr. in particolare il volume del fondatore: Sw. Anand Veeresh, Osho. In compagnia del Maestro 1974-1990, La Stanza Editrice, Bizzarone (Como) 1999, in cui lo stesso narra con tratti autobiografici i suoi incontri con Osho Rajneesh. Il Centro Osho Gautama Multiversity pubblica il periodico Gautama, che illustra le attività e presenta i programmi, ed è disponibile in versione elettronica scaricabile dal sito internet del Centro; mentre HumanItalia inoltra agli interessati, tramite e-mail, una newsletteraperiodica contenente notizie, luoghi e date dei vari corsi e seminari.

Michael Barnett e la Wild Goose Company

Michael Barnett OneLife
Hauptstr, 22
79211 Denzlingen (Germania)
Tel.: 07-666-8801801
Fax: 07-666-8801802
E-mail: info@michaelbarnett.net
URL: www.wildgoose.net

Michael Barnett, nato a Londra nel 1930, è uno dei primi discepoli di Osho Rajneesh a iniziare una carriera come terapeuta indipendente e a scontrarsi con il maestro, che – in modo coerente con il suo personaggio – alternativamente lo accetta e lo rifiuta, fino alla rottura definitiva. Barnett, o Swami Anand Sonendra, oggi limita i riferimenti a Osho e presenta il suo EnergyWork (“Lavoro sull’Energia”) come un metodo che insegna a essere in una molteplicità di stati – per esempio, in meditazione e fuori della meditazione – nel medesimo istante e senza contraddizione. Vivendo nello stesso momento diverse vibrazioni dell’energia, che dal canto suo può vibrare contemporaneamente in modi infiniti, non soltanto sperimentiamo tutte le dimensioni di noi stessi, ma anche gli aspetti universali di queste dimensioni. Infine, si sperimenta una vibrazione fondamentale: AUM, la parola dell’intero universo che vibra all’unisono.

La dualità di forma e contenuto non è negata, ma sperimentata in modo così radicale da scomparire: per sciogliere il quesito – un famoso koan dello zen, apparentemente insolubile – su che rumore fa una mano sola che applaude, non resta che immergersi radicalmente nell’energia delle due mani quando applaudono. A questo scopo è necessario un paziente lavoro di gruppo, dove l’intensificarsi di vibrazioni in una persona si riflette sulle altre. A questo mirano i seminari della Wild Goose Company, creata da Barnett dopo il distacco da Osho, tenuti – con basi a Zurigo e in Germania – in una pluralità di nazioni europee, Italia compresa.

B.: Michael Barnett, At Heaven’s Gate, Cosmic Energy Connections, Londra 1988; Idem, The Arrow of Man, Cosmic Energy Connections, Londra 1991.

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