Le Religioni in Italia
Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)
ASSOCIAZIONE TATHATA
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Tathata Dharma Vrindham è il nome che Sri Tathata ha dato al movimento internazionale che riunisce tutti coloro che seguono il suo insegnamento. L’Associazione Tathata – fondata nel 2013, in concomitanza con la cessazione delle attività dell’Associazione Tathata Dharma Vrindham Italia, a sua volta costituita nel 2009 e oggi venuta meno – è l’espressione italiana di questo movimento e si dedica in particolare alla pubblicazione di libri e materiali multimediali sugl’insegnamenti di Sri Tathata e sulla cultura vedica.
Sri Tathata (“stato di assoluta perfezione”), considerato dai suoi fedeli il “profeta del dharma”, nasce nel 1942 nel Sud dell’India, e la sua nascita sarebbe stata del tutto particolare poiché piena di “segni” che rivelerebbero in lui un “Bambino Divino”. Per diversi anni ha seguito intense pratiche di spiritualità (tapas) e austerità, operando per “far discendere l’energia del Dharma dalla Sorgente suprema, radicarla e diffonderla nel mondo”, e istituendo a questo scopo un’iniziazione “per aprire il cammino alle anime più mature”. Oggi viene considerato un maestro della tradizione vivente del Sanathana Dharma, o filosofia realizzativa.
Molte persone, nel tempo, si sono radunate intorno a lui, fino a dare vita a due ashram, uno a Palakkad, un comune dello Stato indiano del Kerala, e l’altro a Kollur, nello Stato di Karnataka, dove Sri Tathata vive. Nel 1991 a Sarnath, vicino a Varanasi (Benares), annuncia il Dharma dei nuovi tempi sotto forma di 49 versetti, i Dharma Sutra. Il 6 Luglio del 2006 ha realizzato, all’interno del suo ashram principale, a Kollur – villaggio situato nel distretto di Udupi –, il Dharma Pitha, un tempio di meditazione aperto a tutte le religioni.
Secondo le dottrine di Sri Tathata “l’energia cosmica della Fonte suprema scorre attraverso la sua pietra centrale – il Pitha – per irradiarsi su tutta la superficie del pianeta come impulso del Dharma” e “l’esistenza stessa del Darma Pitha è in grado di riequilibrare i ritmi alterati della Natura e di provocare un risveglio nell’anima dell’uomo”. Per diffondere il suo messaggio Sri Tathata oggi viaggia sia in Oriente sia in Occidente, dove inizia i ricercatori che ne fanno richiesta a una pratica spirituale –sadhana – e a un particolare pranayama che, secondo quanto affermano i suoi fedeli, accelera il processo di realizzazione del Sé.
Secondo la visione filosofica di Sri Tathata il Dharma – retta azione – è il processo che permette di raggiungere lo scopo ultimo dell’incarnazione: ottenere la beatitudine permanente e fare sì che anche la terra si trasformi gradualmente in un luogo di gioia e di celebrazione della vita. Il sentiero che conduce alla divinità perfetta comincia già dai primi anni della vita e per questo è importante iniziare la pratica del Dharma fin dall’infanzia: l’unico modo per cambiare il mondo è concentrarsi sulle nuove generazioni.
L’insegnamento di Sri Tathata è improntato alla “via di mezzo”, che rifugge dalle posizioni estreme e, in questa prospettiva, approfondisce e rinnova l’antico insegnamento già diffuso da altri grandi maestri. I Dharmasutra sono i precetti che definiscono il Dharma per la nuova era: in essi si afferma che la creazione del mondo e l’evoluzione stessa della natura è volta, dall’inizio dei tempi, all’espressione completa del potenziale insito in ogni singolo regno del creato. Compito dell’uomo sarebbe quello di raggiungere “la piena fioritura della sua Divinità” attraverso otto gradini fondamentali descritti nei Dharmasutra. È in questa prospettiva che Sri Tathata distribuisce le sue tre iniziazioni. La prima è Dharmasnana, in cui l’energia Divina si riversa nell’anima, purificandola dalle scorie accumulate nel tempo; chi desidera ricevere questa iniziazione deve abbandonare le abitudini che impediscono l’espansione della coscienza, quali il fumo, il consumo di alcool e cibi non vegetariani. La seconda è Agnisnana, la “chiave per i cancelli della Realizzazione spirituale”; durante questa iniziazione si attiverebbe “il collegamento dell’anima individuale al Sè supremo” e la persona iniziata può praticare il pranayama – tecnica di respirazione – insegnato da Sri Tatahata per “accelerare la Realizzazione, innescare il processo di trasformazione cellulare e vivere in consapevolezza il passaggio della morte, quando verrà il momento”. Per richiedere questa iniziazione è necessario avere compiuto regolarmente la pratica quotidiana, che accompagna Dharmasnana durante almeno sei mesi, e perseverare a comportarsi, nella vita quotidiana, in un modo che rispecchi veramente disciplina e conoscenza. L’ultima iniziazione è Amritsnana: vi può aspirare solo chi ha “raggiunto la maturità completa e l’equilibrio perfetto del proprio essere. Chi la riceve entra nella beatitudine e nell’immortalità”.