Le Religioni in Italia
Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di)
LA TRADIZIONE RAVIDASI
Shri Guru Ravidass Darbar
Via Repubblica, 41
24060 Cividino di Castelli Calepio (Bergamo)
Della vita di Ravidas o Ravidass, un venerato santo indiano vissuto fra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, si sa molto poco. Fonti diverse forniscono come date di nascita il 1376 o 1377 (il 1377 è la data generalmente accettata dai fedeli), il 1399 o i 1450. La data di morte si situerebbe per alcuni in un anno imprecisato del XV secolo, per altri nel 1520. Uguali incertezze circondano il luogo di nascita, probabilmente situato nella zona di Benares, dove quello che i fedeli considerano il luogo natale di Ravidas ospita oggi un grande santuario. Le sue attività s’inseriscono nella fioritura religiosa Sant Mat, da cui originano i Sikh e più tardi la religione radhasoami. Alcuni inni di Ravidas sono inclusi nel Guru Granth Sahib, il libro sacro dei Sikh che dunque considerano questi testi come canonici. Ravidas faceva però parte di una casta – i conciatori di pellame, detti chamar, mestiere considerato impuro – appartenente ai dalit, gli “intoccabili”, così che sia i bramini indù sia alcune autorità Sikh ritenevano di non potere avere contatti con lui. Dal canto suo Ravidas insegnava che la casta e l’origine non hanno importanza, ma solo il comportamento personale: un insegnamento profondamente sovversivo nell’India del tempo.
Ravidas è rimasto a lungo una bandiera della spiritualità dei dalit ma fino al XIX secolo non era chiaro se i suoi seguaci costituissero un gruppo religioso indipendente o una branca dei Sikh. Nel XIX secolo la comunità Ravidasi – che preferisce definirsi una tradizione piuttosto che una religione – comincia a dotarsi di strutture organizzative indipendenti e afferma la sua identità intorno a una struttura sacra, il Guru Sikhya Sahib, la cui base è il Guru Granth Sahib dei Sikh cui sono aggiunti ulteriori testi di Ravidas e di suoi discepoli. Gli insegnamenti sono simili a quelli Sikh, ma c’è una forte enfasi sul superamento delle caste e una minore insistenza sugli aspetti formali. Il tempio Ravidasi è chiamato bhawan e al suo esterno si trova sempre una bandiera nocciola con il simbolo Har, che è considerevolmente diversa dalla bandiera Nishan Sahib dei Sikh e simboleggia la visione dell’universo di Ravidas. Al centro del bhawan – che per altri versi assomiglia a un luogo di culto Sikh – c’è il libro Guru Sikhya Sahib. Le cerimonie sono in parte di derivazione Sikh, in parte sono influenzate dall’induismo e hanno come elemento distintivo i celebri inni scritti da Ravidas, i quali costituiscono un importante patrimonio della letteratura religiosa indiana.
Quanti siano i Ravidasi – le stime vanno da alcune centinaia di migliaia a alcuni milioni – è oggetto di ulteriori controversie, dal momento che ci sono Ravidasi che praticano – senza considerare contraddittorio il proprio comportamento – anche il culto Sikh, ancorché negli anni 1920 un buon numero di Sikh di casta chamar, considerandosi discriminati, abbiano abbandonato i templi Sikh dichiarandosi esclusivamente Ravidasi. Ne sono nati conflitti che durano ancora oggi, come è confermato dall’assassinio del secondo massimo dirigente dei Ravidasi, Sant Ramanand Ji (1952-2009), ucciso da estremisti Sikh nel bhawan di Vienna il 25 maggio 2009, in un attentato cui è invece scampato l’attuale leader della tradizione, Sant Niranjan Dass Ji.
L’attentato di Vienna ha dato luogo a spettacolari proteste in India, nonché in Gran Bretagna e negli altri Paesi di emigrazione dove si trovano numerosi Ravidasi. In Italia la comunità Ravidasi – pressoché interamente di etnia punjabi – risale alla prima metà degli anni 1990; essa conta alcune migliaia di fedeli, che si riuniscono in forma organizzata a Verona, Vicenza, Roma e nel bergamasco, dove – nella frazione Cividino di Castelli Calepio – dal 1995 si ritrovano circa 2.500 fedeli, provenienti anche dalla provincia di Brescia (sempre nel bergamasco, da febbraio 2010, oltre al luogo di culto di Cividino, ne è stato aperto un altro a Gorlago).
B.: Si potrà partire da N. S. Mahi Mukandpuri, The Teachings of Guru Ravidass, Guru Ravidass Cultural Association, Birmingham 1987. Molte opere sui Sikh contengono capitoli sui Ravidasi.